Vivo in un mondo in cui se trovi un ambiente come quello di Controvento Music Lab capisci che la vita ti ha voluto fare un dono raro. Sì, perchè è un mondo in cui si sente poco: si parla del tempo che fa dal vivo, e si fa l’amore in chat. Un mondo in cui la sensibilità è passata di moda e si trascorre la maggior parte del tempo in una specie di vetrina su internet, dove ognuno sta in bella mostra con la sua etichetta che dice cosa siamo, un po’come i maiali appesi in macelleria. Vivo in un mondo in cui c’è poco spazio per le voci di fumo e tabacco, incerte e strozzate, un mondo in cui si fanno le cose più per competizione che per passione, per finire a trenta/quarant’anni già infelici e stanchi della vita.
Claudio ha costruito una specie di dimora virtuale che si dissocia da questa terra maleodorante, servendosi dei mattoni dell’empatia, della professionalità e dell’onestà. Claudio è praticamente il custode delle chiavi di una stanza di amici, dove la personale creatività di ognuno trova un valido supporto e gran rispetto. Ma il bello è che questo suo progetto si è concretizzato in un momento molto triste, quando nelle strade delle nostre città è calato il buio perchè un assassino invisibile ci ha reclusi in casa, agli arresti domiciliari. La passione, la musica, la scrittura sono fari che possono dar luce a certe giornate demmerda, e Claudio mi ha insegnato questo. Prima di ogni altra cosa.
È stato bello assai!